Camilla è una giovane donna intraprendente e progressista che, alla fine degli anni ‘60, sta organizzando una mostra fotografica su Tina Modotti e Edward Weston in una località della provincia italiana. Dovrà però scontrarsi con un collettivo dalla mentalità conservatrice che le mette i bastoni fra le ruote, poiché non accetta il contenuto delle immagini che lei vuole proporre pubblicamente.
Simona è un’altra ragazza di provincia appassionata di arte che, agli inizi del ventunesimo secolo, allestisce una galleria fotografica dedicata ai suddetti personaggi. Anche lei dovrà fare i conti con una scarsa partecipazione causata da apatia collettiva, dovuta forse ad una sorta di anestesia tecnologica, motivo di disinteresse generale verso quegli eventi culturali ai quali lei si dedica con tanto entusiasmo.
Entrambe beneficeranno di una trasformazione intima e personale durante i propri percorsi, i quali ruotano intorno alla forte influenza di una musa condivisa, ossia Tina Modotti, vissuta in un’epoca antecedente rispetto alle loro.
La storia si sviluppa alternandosi fra tre periodi temporali differenti, ognuno di essi con la sua protagonista, i cui stati d’animo si intrecciano fino a raggiungere un contatto empatico, oltre il tempo e lo spazio.